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(G)OLD - REUSE THE TOWER
“e sono paesaggi infuocati, cieli pieni di bagliori, e resti di città, architetture, materie corrose, spazi vuoti, cavità misteriose”
Roberta Valtorta, Mito Mediterraneo
Portatore di memoria il progetto rievoca i caratteri del luogo; sentinella del mare, segnale. Si presenta come un involucro smaterializzato che si appoggia sulla torre ponendosi con rispetto della rovina, rimarcandone la traccia, potenziandone il valore scenografico.
È attraverso un nuovo nucleo centrale che ci si muove all’interno dello spazio, svincolandosi dentro gli antichi passaggi si arriva a una nuova quota, punto di osservazione, dello stare, una griglia tettonica conforma lo spazio mantenendo la permeabilità visiva tra aria e acqua, e da lì, si vede il mare.
È tra le mura di questa torre che ancora aleggia l’eco di civiltà passate, in questo spazio proteso sul mare, abbagliato dalla luce del mar mediterraneo il progetto si pone per dare una nuova chiave di lettura sul carattere passato: se prima attraverso fuochi di guardia si segnalava l’arrivo del nemico, oggi, la luce interna riflette e brilla attraverso le lamine in metallo dando una nuova aura all’edificio.
Pensato come landmark, segnale, punto di riferimento; instaura un rapporto di scambio continuo tra chi lo vede dal mare e da chi guarda, dall’edificio, il mare.
Un progetto dotato di adattabilità e riproducibilità: pensato con lo scopo di posizionarsi e connettere tra loro anche le altre torri, andando a ripristinare quel dialogo, quel contatto visivo spento da tempo.
L’intervento totalmente reversibile nel rispetto della rovina si sviluppa attraverso un unico blocco portante di servizio al quale si agganciano tutti i collegamenti verticali: l’ascensore, ricavato nel nucleo centrale della struttura dà un collegamento diretto con la nuova quota, la scala, che anch’essa si aggancia nell’estradosso del blocco portante, si sviluppa fino al nuovo solaio di calpestio, alternando i momenti di riposo in corrispondenza delle vecchie aperture e degli antichi passaggi, attraversando i cunicoli si ha questo continuo dialogo con la storia.
La prima parte della salita quasi completamente buia per assenza di feritoie si apre poi improvvisamente in corrispondenza del nuovo intervento, lo spazio semiaperto caratterizzato dalle nuove lamelle regala, come un battito di ciglia frammenti di luce e ombra al visitatore.
Arrivati alla nuova quota di calpestio si ha ora tutta la scena: Le lamelle dialogano con la muratura appoggiandosi a questa, demarcando l’orizzonte mare, riprendendo l’andatura dei letti di malta, ricreando astrattamente la forma della torre.
È tramite il materiale che si trasmettere l’idea del segnale: di giorno il brillio dell’oro riflette la luce del sole, di notte la luce interna filtra attraverso le lamelle instaurando un dialogo visivo di successione con le altre torri.
Il progetto è stato oggetto di partecipazione in un concorso internazionale di architettura ed è frutto della collaborazione con gli architetti Giacomo Bonci e Filippo Moni.
La nostra proposta ha ricevuto una menzione di onore ed è stato pubblicato all’interno di un dossier che raccoglie i migliori progetti del concorso.
(G)OLD - REUSE THE TOWER
“and are fiery landscapes, skies full of glow, and the remains of cities, architecture, corroded
matter, empty spaces, mysterious cavities”
Roberta Valtorta, Mito Mediterraneo
A bearer of memory, the project evokes the characteristics of the place;
sentinel of the sea, signal. It presents itself as a dematerialised shell that rests on the tower, placing itself with respect on the ruin, emphasising its trace, enhancing its scenographic value.
It is through a new central core that one moves within the space, untangling oneself within the ancient passages one arrives at a new elevation, a point of observation, of being, a tectonic grid conforms the space maintaining the visual permeability between air and water, and from there, one sees the sea.
It is within the walls of this tower that the echoes of past civilisations still hover, in this space jutting out over the sea, dazzled by the light of the Mediterranean Sea, the project sets out to give a new key to the character of the past: if in the past the arrival of the enemy was signaled by watch fires, today, the light inside reflects and shines through the metal sheets giving a new aura to the building. Conceived as a landmark, a signal, a reference point; it establishes a relationship of continuous exchange between those who see it from the sea and those who look, from the building, at the sea.
A project endowed with adaptability and reproducibility: conceived with the purpose of positioning and connecting the other towers as well, restoring that dialogue, that visual contact extinguished long ago.
The reversible intervention respecting the ruin is developed through a single load-bearing service block to which all the vertical connections are hooked: the lift, built in the central core of the structure gives a direct connection with the new elevation, the staircase, which also hooks into the extrados of the load-bearing block, develops up to the new floor slab, alternating resting moments at the old openings and ancient passages, crossing the underground passages we have this continuous dialogue with history.
The first part of the ascent, almost completely dark due to the absence of slits, then suddenly opens up at the new intervention, the semi-open space characterised by the new slats gives
the visitor fragments of light and shadow like a blink of an eye.
Arriving at the new walking level, one now has the whole scene: the lamellas dialogue with the masonry, leaning against it, demarcating the sea horizon, taking up the gait of the mortar beds, abstractly recreating the form of the tower.
It is through the material that the idea of the signal is conveyed: by day the glitter of the gold reflects the sunlight, by night the interior light filters through the lamellas establishing a visual dialogue of succession with the other towers.
The project was entered in an international architecture competition and is the result of collaboration with architects Giacomo Bonci and Filippo Moni.
Our proposal received an honourable mention and was published in a dossier of the competition's best projects.